Il territorio

Il territorio dell'Isola di Capraia

L’Isola di Capraia è la terza per grandezza dell’Arcipelago Toscano, situata a NW dell’Elba, a 16 miglia appena dalla Corsica ed a 36 miglia da Livorno. Isola “selvaggia” per definizione, è il risultato di una doppia eruzione vulcanica: una antichissima, risalente a circa 9 milioni di anni fa ed una più recente, datata “appena” un milione d’anni or sono. Coste scoscese a picco sul mare, rocce dai colori intensi e contrasti cromatici impressionanti ne sono la testimonianza visibile. I disegni delle coste, affascinante spettacolo di scultura dovuta alla lava, al mare ed all’erosione del vento, fanno da cornice ad una orografia incredibile per una isola così piccola: l’interno di Capraia è infatti contrassegnato da strette valli su cui si affacciano veri e propri “monti” in miniatura, con le loro creste ed i loro anfratti, bordeggiati da vadi che durante l’inverno si riempiono d’acqua piovana scorrendo a valle sino in mare con piccole cascate e laghetti effimeri. La vegetazione dominante è la macchia mediterranea, che cosparge Capraia di profumi intensi. L’Isola è oggi al centro del “santuario dei cetacei”, fulcro e perla del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e immersa nell’area marina protetta più grande d’Europa. Il territorio è intonso, totalmente coperto di macchia mediterranea e con un unico centro abitato. L’Isola è Comune , il comune di Capraia Isola, e rientra nell’ambito della provincia di Livorno.

L'evoluzione geologica di Capraia

L’Isola di Capraia è il frutto di due distinte eruzioni vulcaniche. La prima, risalente a circa 10 milioni di anni fa fu quella che dette all’isola la forma odierna. Il cono eruttivo si trovava circa a est dell’isola, a metà tra Capraia e Corsica e Capraia non è altro che un frammento del bordo del cono che doveva essere molto ampio. La seconda eruzione, molto più recente (circa 1 milione di anni fa) ebbe invece il cono eruttivo localizzato a Punta dello Zenobito.
L’odierno “panettone” di basalti sul quale si erge la torre altro non è che un intrusione di lava dell’interno del cono stesso che poi è franato lasciandola allo scoperto. Le stratificazioni laviche si possono ancora leggere molto bene sia osservando la caratteristica forma “a cingolo” dei rilievi, sia seguendo la costa dell’isola: in questo secondo caso non sarà difficile neppure ad occhi inesperti seguire gli strati sovrapposti delle varie eruzioni portati a nudo dall’erosione del mare.

Capraia è, insomma, un piccolo paradiso geologico sul quale sono stati effettuati più studi ed a più riprese proprio a causa della facilità con la quale eventi di un passato molto remoto possono ancora oggi essere letti con estrema semplicità.

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